Chanel ha sempre organizzato la presentazione di queste collezioni in città lontane: da Dubai a Mosca, da New York a Dallas. Quest’anno però Karl Lagerfeld ha voluto celebrare ad Amburgo, sua città natale, il 16esimo show per la presentazione della linea Métiers d’Art, una collezione che presenta sia pezzi di haute couture sia di prêt-à-porter ma soprattutto gli indispensabili contributi degli artigiani al marchio tra cui ricamatori, calzaturieri e modiste. L’edificio ospitante è stato l’Elbphilarharmonie, imponente e modernissima struttura sita nell’area portuale della città, realizzata totalmente in vetro su una base di mattoni e con il tetto che ricorda la forma delle onde, risultato del progetto degli architetti Herzog & de Meuron (vincitori del Pritzker Price nel 2001).
Chanel ha voluto omaggiare la suggestiva città di Amburgo con una collezione che ricordasse i suoi anni Sessanta. I protagonisti indiscussi della linea sono i maglioni over in lana grossa con collo largo e maniche risvoltate indossati anche sotto le giacche, accompagnati da scaldamuscoli overknees e francesine con tacco a rocchetto impreziosite da nastri e perle. Un’atmosfera tipicamente marittima aleggia nella collezione grazie ai cappellini con visiera e veletta annodata sotto il mento, spille e bottoni a forma di timone. I capi sono accompagnati e impreziositi da dettagli in pelliccia, stampe di ancore, manicotti in paillettes e da accessori come clutch a forma di piccoli container e borse a sacco in tela. I colori variano dai toni caldi come l’arancio e il marrone, al color borgogna, al blu navy, al nero e al bianco panna.
Nel fashion system si vocifera che la scelta di Amburgo non sia stata del tutto casuale, essendo la città natia di Karl Lagerfeld: rumors mormorano che questa sia stata l’ultima collezione del grande creativo.
Non è la prima volta che queste notizie riecheggiano nell’aria, nonostante la puntuale e pronta smentita in passato. Eppure la decisione di questa città per presentare la collezione potrebbe sembrare la chiusura di un ciclo, “un ritorno all’ovile”, dove Karl ha vissuto la sua infanzia per poi lasciarla alla volta di Parigi. Un sapore malinconico, quasi amaro e (già) nostalgico che tuttavia ci fa sperare nella continua collaborazione con il noto brand francese ma con la consapevolezza del suo inestimabile lavoro e abilità che ha portato all’interno della casa dal 1983 a oggi.
Pascoli nel suo poemetto concludeva con “Onde! Onde! Onda che viene, onda che va…”: dati la location e il tema della collezione, il riferimento è evocativo. Altresì lo sarebbe per la possibile conclusione del rapporto tra Lagerfeld e Chanel, ma per adesso sono solo voci che come onde s’infrangono senza lasciar traccia.
Francesca

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