PITTI UOMO e MILANO MODA UOMO: artigianalità, ritorno al passato e normalità

È giunta al termine la settimana interamente dedicata alla moda maschile, iniziata con Pitti Uomo nella pittoresca Firenze e conclusasi nel frenetico capoluogo meneghino con le sfilate di Milano Moda Uomo.

Sempre più gli uomini vogliono farsi notare con l’abbigliamento e seguono molto i dettami del mondo fashion: nonostante l’eterna eleganza dei classici completi, gli uomini ora amano anche azzardare con colori sgargianti, materiali tecnologici e decorazioni scintillanti.

Il Pitti era gremito di buyers, bloggers, fashionisti, i più con ai piedi sneakers hyper-tech abbinate a lunghi trench e pantaloni di velluto a coste, il tutto con un’attenzione particolare all’artigianalità.

Le novità e i trend per il prossimo autunno/inverno sono state presentate da molteplici brand, sia con rivoluzioni a livello di materiali e lavorazioni, ma anche mantenendo stile e stampe tradizionali.

I look più gettonati sono stati il gessato e il checked (che andrà tantissimo anche il prossimo anno) abbinati a trench colorati e giacche in montone, ma anche tute ipercolorate con accessori griffati. Lo stile genderless e lo sporty si mescolano in modo naturale con lo chic e con i brand di lusso, creando un ibrido che ormai fa da padrone. L’abbigliamento sportivo è così persistente nel nostro quotidiano che Pitti ha fatto anche da palcoscenico al ritorno di un marchio storico di questo campo: si tratta dell’italiano Fila che ha presentato una collezione totalmente improntata su urban e street style, con i colori tipici del brand rosso e blu.

Bomber e piumini di vari colori, principalmente di lana e alpaca, attutiranno il prossimo freddo, con stampe sportive, camouflage e tessuto checked. L’intramontabile pantalone in denim (presentato anche dalla nuova collezione di Roy Rogers) abbinato a felpe sportive saranno il look perfetto con sneakers supercolorate o con sembianze futuristiche (come l’ultimo modello di Clarks). Per poter portare con sé tutto l’occorrente lo zaino resta l’accessorio must anche per il 2019 in nuove tonalità e stampe multicolor (Gucci) o con effetto coccodrillato (Corneliani).

Nel capoluogo toscano il marchio giapponese Undercover vede l’uomo del prossimo inverno con lunghe gonne plissettate mentre Fanga ha continuato ad abbracciare un look classico per l’uomo presentando la linea prêt-à-porter in collaborazione con Alessandro Squarzi (fondatore del marchio Fortela): quattro modelli di scarpe – mocassini, doppia fibbia, ankle boots e francesine – realizzati in vitello, denim e camoscio. Il tocco in più sta nell’aggiunta di una nappina utilizzabile anche come accessorio per gli abiti.

Le collaborazioni sprigionano sempre qualcosa di magico unendo le migliori caratteristiche dell’uno e dell’altro marchio, proprio come quella tra Damir Doma e Lotto (questa è la seconda capsule collection dopo il successo di Milano della scorsa estate) dove vengono rivisitati tute, pantaloni, t-shirt e sneakers mixando lo sportswear con il concetto minimalista di Doma.

Un’ultima ma non meno importante novità nella città fiorentina è stata la presentazione del piumino impermeabile di Herno: realizzato con una particolare tecnica in Goretex che lo rende totalmente waterproof.

Spostandoci verso Milano, quello che più è saltato all’occhio è stato il tuffo nel passato e la voglia di tornare alle origini: ne è una prova Prada, la quale torna con il mitico tessuto della maison, il nylon nero – reinterpretato da designer del calibro di Ronan & Erwan Bouroullec, Konstantin Grcic, Herzog & de Meuron e Rem Koolhaas – abbinato a cappellini da pioggia e stampe classiche come le fiamme e le banane di colori tropicali, rimanendo comunque sullo stile sportswear, tipico di questo momento.

Dolce & Gabbana ha inserito il denim nella sua nuova collezione per dare un tocco decisamente street, unito a velluto, broccato, oro, corone e giacche military style. Il tutto presentato dagli onnipresenti Millennials e da un ospite d’eccezione: il giocatore della Juventus Paulo Dybala.

Versace ha combinato tra loro motivi come il tartan, l’animalier (sia stampe di ghepardo che di tigre) e il checked insieme a pillow bags, sciarpe da stadio e sneakers per un immancabile stile sporty rivisto in “chiave Donatella”.

Emporio Armani ha mantenuto il suo stile minimalista e raffinato tipico del marchio, con velluti che hanno incantato con ricami di ali di farfalla, giubbotti di pelle con inserti di montone e lunghi cappotti stretti in vita da cinture.

Il prossimo autunno/inverno per Jeremy Scott, direttore creativo di Moschino, unisce uomini e donne per sottolineare uno stile genderless con una parola d’ordine: “osare”. La collezione è infatti incentrata sulla sfera fetish che richiama la cultura kink con tanto di maschere, guanti, stivali alti, slip e bretelle, tutto rigorosamente di pelle e pvc neri. Tocchi di gessato e di trench colorati smorzano leggermente il forte impatto che Scott ha voluto dare con questi look che suggeriscono un’evocazione al mondo sadomaso.

Altre novità sono state introdotte dai marchi MSGM, Marni e Marcelo Burlon sulle passerelle milanesi: non più modelli professionisti a indossare le loro creazioni ma gente dalla strada. Massimo Giorgetti infatti (anima creativa di MSGM) ha fatto sfilare gli studenti dell’Università Statale di Milano, dove è stato inoltre ospitato lo show; Marni invece ha scelto artisti e fotografi di ogni età per dare un tocco ageless e infine Marcelo Burlon che ha chiamato intorno a sé la sua cerchia di amici per far indossare loro abbigliamento oversize e condividere insieme un’esperienza unica.

Una settimana colma di novità, ritorni all’origine e contatto con il mondo “reale”, dallo stile metropolitano delle persone comuni a quelle stesse persone che da una tranquilla passeggiata in un freddo pomeriggio d’inverno sono stati catapultati a quella dinamica sotto i riflettori di una passerella.

A questo punto però mi sorge un dubbio: questi stilisti – e in generale il mondo fashion – stanno portando la normalità nel loro “tempio sacro” per plasmarla a loro immagine e somiglianza o perché grazie a essa vogliono in qualche modo differenziarsi nella presentazione delle collezioni? It-girls, bloggers, celebrities e Millennials ormai sono sempre presenti a sfilare e questo rischia che l’attenzione si focalizzi più su di loro rispetto agli abiti stessi (i quali dovrebbero essere i veri protagonisti). La scelta di far indossare le proprie creazioni a gente comune o non particolarmente famosa a livello d’immagine, permetterebbe così un’analisi più concreta e oggettiva sul concept dello stilista.

Auspicando per l’anticonformismo, big up for the three “M”!


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